Aumenta la richiesta di aeromobili da parte delle compagnie.
Secondo il Transport Tacker quadrimestrale di KPMG la tendenza è a rinfoltire le flotte, sia da parte dei vettori tradizionali che da parte di quelli low cost.
Le cifre parlano di più di 8500 ordini in attesa, che portano a superare per numero di posti resi disponibili il tasso di crescita dei passeggeri stimato da Iata (5,4% tra il 2013 e il 2017).
«Posto che gli ordini vengano soddisfatti – e questo è un “se” da non sottovalutare – l’aumento di portata, anche ammesso che parte degli aeromobili venga impiegata per lo svecchiamento della flotta, sarebbe rilevante»: James Stamp, referente KPMG per l’aviazione, introduce una nuova ipotesi di scenario futuro.
«Il crollo dei costi operativi e la concorrenza mirata a raggiungere la piena capacità di trasporto avrebbero come risultato un’ulteriore spinta all’allentamento della pressione sulle tariffe dei biglietti. Il che sarebbe una buona notizia per i portafogli dei passeggeri.»
Non è verosimile, però, ipotizzare un calo dei prezzi prima di tre o cinque anni. La tendenza al ribasso sarà graduale e al momento non è ancora possibile quantificare lo spostamento verso il basso delle tariffe.
Tutto ciò, posto che gli ordini pianificati vadano effettivamente in porto. E la cosa non è affatto scontata, vista la situazione finanziariamente instabile in cui versano alcune compagnie.
Il settore più promettente dal punto di vista dell’aumento del numero di velivoli è il low cost. Se, infatti, le compagnie tradizionali ridurranno la domanda di nuove unità entro il prossimo anno, le flotte dei vettori low cost continueranno a crescere secondo il medesimo tasso fino al 2021.
Il trasporto aereo si conferma essere un mercato altamente competitivo, grazie a fattori chiave quali consolidamento, nuove joint venture, alleanze patrimoniali e compartecipazioni nei pacchetti azionari delle compagnie.
Se per saggiare un sensibile cambiamento nei prezzi dei biglietti è necessario ancora qualche anno, non ci resta che aspettare.