Perché i Business Traveler non Amano le Policy Aziendali?

I business traveler amano viaggiare per affari, ma non vogliono sentirsi limitati o stressati da travel policy aziendali troppo restrittive. Gli incentivi aziendali potrebbero essere una svolta decisiva.

Cosa condiziona prevalentemente la trasferta del business traveler?

I business traveler amano le travel policy? Un nuovo rapporto rileva che nonostante le corporate travel policy siano sempre più rigide, esse non siano affatto efficaci nel produrre la trasferta di lavoro perfetta. Probabilmente servono nuovi approcci e strategie per migliorare l’esperienza di viaggio aziendale in maniera efficiente sia per le aziende che per i loro dipendenti.

Un nuovo studio condotto da GfK svela il comportamento dei business traveler. I viaggiatori in azienda mettono i propri interessi al di sopra di ogni altra richiesta o regolamento. Fin qui nulla di strano.

La ricerca rivela ciò che in realtà tutti i travel manager dovrebbero ormai sapere. Le persone amano viaggiare per affari, ma non vogliono sentirsi limitate o stressate da regole imposte dalle travel policy aziendali. Ad esempio, come riprende lo stesso rapporto, i business traveler statunitensi hanno politiche più rigide rispetto ai corrispettivi viaggiatori degli altri paesi.

Il 75% dei business traveler statunitensi intervistati ha dichiarato che la propria azienda ha una chiara travel policy. E sempre il 75% ha anche affermato che la propria azienda è rigorosa nell’applicare la propria politica di viaggio. Ciononostante, continuano a fare di testa loro quando si trovano a viaggiare per conto dell’azienda.

Quanto i business traveler conoscono le loro travel policy?

D’altro canto, i business traveler del resto del mondo indicano una mancanza di chiarezza sulle travel policy delle proprie company. I viaggiatori d’affari francesi, tedeschi e britannici rappresentano la percentuale più alta tra i business traveler globali che dichiarano di non avere una chiara politica di viaggio e di spesa.

Come favorire il rispetto della policy aziendale per le trasferte

Tuttavia, ci sono casi in cui gli incentivi possono modificare il comportamento dei business traveler in maniera efficace.

Diciamoci la verità, nessuno vuole davvero sentirsi dire cosa fare e come viaggiare. Soprattutto quando si tratta di un viaggio realmente stressante e impegnativo a causa delle limitazioni imposte per la ridurre il costo dei viaggi.

È ovvio che se le travel policy rigide fossero la giusta soluzione contro i business traveler poco corretti, allora tutte le aziende correrebbero a richiedere una caterva di regole di viaggio restrittive.

Travel Policy severe aumentano l’efficienza del viaggiatore?

Sempre secondo la ricerca GfK, i viaggiatori di Regno Unito e Francia testimoniano le travel policy più severe; hanno anche ammesso di non incorrere in comportamenti che vadano contro le politiche di viaggio dichiarate dall’azienda. Si sono dichiarati tra i più onesti degli intervistati, per non dover incorrere in sanzioni interne.

Tuttavia, la gran parte dei business traveler di tutto il mondo continua a compiere comportamenti che vanno al di fuori delle travel policy. Indipendentemente dalle restrizioni imposte. Ciò continua ad essere un grosso problema per i travel manager che devono gestire il budget dedicato al travel aziendale.

Lo studio sui business traveler svela che la maggior parte dei viaggiatori dichiara di non conoscere realmente la travel policy della propria azienda. Solo perché i viaggiatori sanno che devono rispettare delle regole di viaggio, ciò non significa che queste vengano applicate e rispettate.

Ad eccezione degli Stati Uniti, in ogni altro paese in cui è stata svolta la ricerca, una buona parte dei traveler afferma che “l’azienda non ha una chiara politica in materia di viaggi d’affari e rendicontazione delle spese“.

I business traveler Francesi, Tedeschi e Inglesi riportano la più alta percentuale tra quelli che non conoscono perfettamente la travel policy aziendale, con tutto ciò che ne consegue in termini di soddisfazione del traveler e rispetto del budget aziendale.

Business travel policy, gli incentivi contano

Una parte interessante dello studio riguarda quel gruppo di aziende che offrono soluzioni basate sul miglioramento dei comportamenti dei traveler tramite incentivi offerti ai viaggiatori nel prenotare viaggi che costano meno alla loro azienda, quando concesso.

La soluzione adottata da alcune aziende è quella di concedere un extra nello stipendio del traveler in base ai risparmi guadagnati con il rispetto delle travel policy. Oppure assegnare dei giorni di ferie omaggio quando si riesce a far risparmiare l’azienda nella prenotazione di un business travel.

Ciò rende i viaggiatori molto più propensi ad accettare “prenotazioni al risparmio”. Al momento, le soluzioni basate sugli incentivi, trovano maggior appeal tra i traveler di Singapore e India. Infatti solo il 36% dei viaggiatori statunitensi ha affermato che questo sistema potrebbe fortemente condizionare il rispetto delle travel policy.

Dato che un approccio di applicazione rigoroso delle politiche di viaggio non funziona in tutti i paesi o per tutte le aziende, offrire incentivi potrebbe essere il modo giusto per migliorare il comportamento dei viaggiatori e il loro approccio al business travel.

The Corporate Travel Manager Guide

La figura del corporate travel manager è sempre più rivolta alla necessità di avere sotto controllo la gestione dei viaggi d’affari dei dipendenti. Il travel manager porta con se un’attività cruciale per le aziende. Non farti trovare impreparato, consulta la guida di BCD Travel dedicata al Corporate Travel Management.

 

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