La velocità di risposta e il livello di preparazione complessiva aumentano, ma i piani di risk management restano incompleti.
L’undici settembre ha fatto da evento catalizzatore per moltissime aziende, facendo sì che queste introducessero procedure di gestione del rischio travel. Oggi, questi primi tentativi – supportati dalla tecnologia – si sono evoluti in strategie di fondamentale importanza e decisive in caso di emergenza, come la localizzazione sistematica dei viaggiatori.
Dal 2001, eventi che vanno dalla nuvola di ceneri del vulcano islandese al disastro dell’aereo Malaysian Airlines e ai recenti attentati di Parigi hanno di volta in volta risvegliato l’attenzione delle aziende sulla necessità di prepararsi al peggio.
Ma cosa vuol dire essere pronti a tutto?
BCD Travel si è posta questa domanda nell’ultimo sondaggio condotto su 510 travel manager e ha trovato risposte inaspettate. Circa due terzi degli intervistati hanno detto che le aziende hanno messo a punto politiche e processi di gestione del rischio travel, ma soltanto poco più della metà di queste hanno previsto momenti di formazione ai propri dipendenti sulle capacità di riconoscere e mitigare i rischi. Così, anche se le aziende hanno mosso i primi passi sulla strada del corretto travel risk management negli ultimi 14 anni, c’è ancora ampio spazio di manovra per il miglioramento.
Tutti gli altri approfondimenti nell’infografica qui sotto.
Scoprine di più su come creare un valido programma di travel risk management. Contatta il tuo account manager e dai un’occhiata all’ultimo paper BCD Travel, Travel Risk Management: Keeping Business Travelers Safe and Secure.
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