La scienza della Human Connection: perché siamo “programmati” per incontrarci

La tecnologia avanzata ha migliorato la nostra qualità di vita e l’accesso alle informazioni. Durante l’ultimo anno, la tecnologia ci ha dato la possibilità di relazionarci nonostante dovessimo rimanere fisicamente separati: per questo motivo gli incontri e gli eventi virtuali rimarranno una parte importante delle future strategie di meeting.

L’IMPORTANZA DELLA CONNESSIONE UMANA

Tuttavia, è importante ricordare che il fatto che la nostra società sia iperconnessa potrebbe anche avere un impatto sul nostro benessere psicologico. Gli esseri umani sono programmati per stare insieme in spazi condivisi e abbiamo dovuto fare molto affidamento sulla tecnologia per un lungo periodo di tempo. Il risultato dell’esposizione quotidiana non-stop agli schermi è indicato come “tecnostress”- stress o malattia causata dal lavorare quotidianamente con la tecnologia informatica.

Sintomi di “Tecnostress”

Sintomi fisici

  • Mal di testa
  • Difficoltà a dormire
  • Mal di collo, schiena e spalle
  • Incapacità di rilassarsi
  • Malattia
  • Insonnia

Sintomi mentali

  • Aumento degli errori di lavoro
  • Difficoltà di concentrazione
  • Morale/fiducia bassa
  • Esaurimento mentale
  • Atteggiamento negativo nei confronti dei computer

Sintomi emotivi

  • Panico/ansia
  • Impotenza
  • Sentimenti di isolamento e frustrazione
  • Irritabilità
  • Rabbia
  • Altre problematiche

Esaurimento generale

  • Riduzione del tempo e delle opportunità per la risoluzione creativa dei problemi
  • Squilibrio lavoro/vita
  • Ridotta soddisfazione sul lavoro

L’impatto degli incontri virtuali

Con l’enorme affidamento a soluzioni virtuali per interagire con i nostri colleghi, familiari, amici, medici, e quasi ogni altra area della nostra vita nell’ultimo anno, è importante riconoscere che la salute mentale è in affanno.

Probabilmente non c’è termine più adeguato per questa situazione che “Zoom fatigue”. Come ci spiega Julia Sklar, Zoom (o qualsiasi altra piattaforma di incontri virtuali) causa stanchezza a causa della necessità di concentrarsi su spunti visivi da più presentatori. Gli esseri umani comunicano anche quando non parlano, ma la mancanza di comunicazione non verbale e spunti durante le riunioni virtuali mette a dura prova il cervello.

Oltre allo stress di cercare spunti dove non ce ne sono, doversi concentrare su più speaker sfida anche la visione centrale del cervello e fa sì che si debbano decodificare più persone in una sola volta, con conseguente “attenzione divisa”.

Di conseguenza, le video chat diventano meno collaborative in cui uno o due partecipanti fanno la conversazione e gli altri ascoltano. Non possono esserci conversazioni secondarie con altri come invece potrebbe accadere durante un meeting in presenza.

C’è anche lo stress di vedere le persone, ma di essere ancora fisicamente distanti e questo provoca una dissonanza interna e sentimenti instabili. “Le nostre menti sono unite quando i nostri corpi sentono che non lo siamo. Quella dissonanza, che fa sì che le persone abbiano sentimenti contrastanti, è estenuante. Non ci si può rilassare naturalmente nella conversazione”, dice invece Gianpiero Petriglieri, professore associato di Instead. I partecipanti possono anche sentire la pressione di comportarsi in un certo modo durante le riunioni virtuali – facendoli sentire a disagio – e lo sforzo fisico di dover sedere nella stessa posizione per più ore alla volta può essere impegnativo.

Riunioni virtuali e conservazione delle informazioni

Turner e Turner ha ipotizzato in uno studio che ha preso in considerazione gli studenti face-to-face, gli studenti di iTV e gli studenti virtuali che gli studenti virtuali avrebbero avuto punteggi più bassi rispetto agli altri e che la conoscenza a lungo termine sarebbe stata significativamente inferiore per loro. Hanno infine scoperto che gli studenti virtuali effettivamente hanno ottenuto un punteggio più alto durante l’esame iniziale, ma hanno ottenuto invece un punteggio significativamente inferiore su un esame a sorpresa tre settimane più tardi considerando lo stesso materiale di prova, indicando che gli studenti virtuali dimenticano più in fretta le nozioni insegnate a lezione.

Virtual Meeting e smart working

Gli autori utilizzano la struttura della “Teoria della Presenza Sociale” nell’analisi dei risultati e dimostrano come l’interazione tra facoltà e studenti svolga un ruolo significativo nella misura in cui gli studenti acquisiscono e mantengono la conoscenza di quanto appreso. Possiamo applicarlo alle riunioni in quanto le riunioni faccia a faccia saranno sempre più efficaci e di impatto per i partecipanti, incoraggiando in tal modo il mantenimento delle conoscenze condivise.

La Society of Thoracic Surgeons ha recentemente pubblicato le migliori best practices per ospitare incontri virtuali nel campo dell’istruzione medica. Mentre le esperienze retrospettive per queste tipologie di incontri sono limitate, il desiderio del pubblico di una maggiore interattività è emerso come un tema comune.

Alla fine della giornata, le conferenze virtuali non sono in grado di rispecchiare il format delle precedenti riunioni vis à vis. E’ importante che chi programma questa tipologia di incontri virtuali utilizzi mezzi intuitivi per enfatizzare l’interattività che i membri e i partecipanti alla conferenza desiderano.

Riunioni ed eventi virtuali sono stati fondamentali durante la pandemia, ma il miglior risultato lo si ottiene quando si è fisicamente insieme.

Per maggiori informazioni relative agli studi menzionati in questo articolo, visitate:

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