Il 2013 del business travel

Tra crescita e insoddisfazione: con il 2013 si è chiuso un anno contraddittorio, segnato da un lato dalla diminuzione del numero di trasferte di lavoro e dall’altro da un aumento delle spese per i viaggi d’affari.

Con il 2013 si è chiuso un anno contraddittorio. Da un lato ha sancito una diminuzione del numero di trasferte di lavoro, dall’altro un aumento delle spese per i viaggi d’affari. Il mercato italiano resta in lieve contrazione rispetto al suo corrispettivo europeo, mentre la crescita degli investimenti esteri delle imprese italiane, che mirano a sviluppare nuovi e ampi mercati, ha contribuito alla crescita del segmento intercontinentale.

Quando si tratta di viaggiare, i business traveller hanno le idee chiare: meglio prendere il treno. Il pioniere della rotaia surclassa i colleghi di cielo e strada, e a tale risultato hanno senz’altro contribuito i progressi relativi all’alta velocità. Almeno per i trasferimenti nazionali o diretti in nazioni adiacenti.

Per il resto, come dimostra la crescita delle tratte transoceaniche, sono soprattutto le trasferte verso i paesi a lungo raggio a registrare un netto aumento. Non più concentrate nelle grandi potenze quali Cina, Giappone o Brasile, ma piuttosto dirette a paesi limitrofi che presentano condizioni più favorevoli.

La lunghezza del viaggio ha certamente favorito qualche intoppo e una generale insoddisfazione riportata da un discreto numero di turisti d’affari. Aerei in ritardo, alberghi lontani e mal collegati, meteo avverso e disservizi nei transfer: sono tanti i punti deboli emersi da un’intervista condotta dalla GBTA (Global Business Travel Association). Addirittura il 75% dei viaggiatori segnala di aver dovuto affrontare un contrattempo o un disservizio mentre tentava di raggiungere la propria destinazione commerciale.

“Ritardi e cancellazioni sono vicende imponderabili – nota il vice presidente del GBTA, Joseph Bates – ma è chiaro che per i turisti d’affari ogni inconveniente o contrattempo dovrebbe essere risolto in tempo reale dal proprio organizzatore di viaggio”.

Di certo sorprende la comune mancanza di assicurazioni di viaggio o servizi d’assistenza che quasi la metà delle agenzie a volte non forniscono ai propri viaggiatori.

Ma ci sono anche notizie molto rassicuranti. La spesa in business travel in Italia è salita a quota 18,8 miliardi di euro, sfatando l’aurea di pessimismo che aleggiava sul settore l’anno precedente, come previsto dai più esperti, e aprendo così ad un 2014 per cui le previsioni sono tornate positive.

Spese in crescita, dunque, nel nuovo anno. Ma non solo. L’OBT e gli analisti della Scuola Superiore di Scienze Turistiche dell’Università di Bologna, ritengono che nel 2014 sarà l’intero segmento del turismo a segnare una crescita considerevole: dal 3 al 5%. Questo nonostante i travel manager delle grandi aziende siano più cauti, non spingendosi oltre una previsione di stabilità. Ma, si sa, nel mercato è sempre meglio non manifestare troppo il proprio ottimismo.

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