Nel mondo distratto di oggi, le aziende hanno circa 8 secondi per attirare l’attenzione su di sé. Per i business traveler, questa durata di attenzione può essere addirittura minore, avvisa Lesley O’Bryan, Senior Director dell’Emerging Practices per Advito, nell’ultimo Out Front Blog per l’azienda di consulenza del business travel. I viaggiatori inviano mail durante i meeting, effettuano chiamate su Skype da una parte all’altra del mondo e comunicano con l’ufficio dall’aeroporto o dalla macchina. Il che pone una domanda: perché i corporate travel program dovrebbero comunicare con i propri viaggiatori quando loro hanno l’attenzione focalizzata su tutt’altro?
La situazione non sta funzionando – basta considerare come si sono stabilizzati i risparmi di compliance e di programma. Perciò, cosa può fare un travel manager? O’Bryan è convinta che la soluzione si trovi coinvolgendo i viaggiatori attraverso messaggi ben pianificati che siano strategici riguardo a cosa, quando, come e dove tu comunichi. La Senior Director sostiene che l’engagement dei viaggiatori è un mezzo per un fine e il fine è la bottom line della propria azienda.
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