L’evoluzione dell’offerta della premium economy da parte delle compagnie aeree espande il ventaglio di opzioni per i buyer business travel, ma costringe anche le compagnie a riconsiderare le politiche relative ai posti e ai servizi, ha riferito recentemente Bob Brindley di Advito a Business Travel News.
In un articolo incentrato sull’effetto che la premium economy sta avendo sulla soddisfazione dei business traveler e i risparmi ad essa legati, Brindley ha affermato che la premium economy permette alle compagnie di aumentare il comfort dei viaggiatori senza pagare le tariffe delle business-class. Ma consente inoltre alle compagnie di giustificare il declassamento dei posti riservati alle business-class alla premium economy, che propone più spazio per le gambe e comodità rispetto alla economica standard. “C’è stato un po’ di movimento da entrambe le direzioni riguardo alla premium economy”, ha riportato a BTN.
I travel program corporate devono adattare le loro politiche “o bianco o nero” alle classi delle compagnie, come sostiene Brindley, vice presidente di Advito, ramo consulenziale di BCD Travel. “Ci sono queste situazioni a metà strada, e ci sono addirittura circostanze dove la business class di una compagnia è più conveniente di una economy di un’altra, per cui può esserci spazio per le eccezioni”.
Devono adattarsi anche i business traveler alla minore disponibilità di upgrade gratuiti in posti migliori sugli aerei – soprattutto su voli internazionali. “I giorni in cui si otteneva un upgrade in una classe superiore stanno finendo”, ha affermato Brindley. “L’obiettivo [delle compagnie] non è incrementare il servizio per i frequent fliers. È di ottenere entrate aggiuntive, quindi è fondamentalmente un’altra tassa accessoria”.