Market Monitor: Hong Kong

Ufficialmente una regione a statuto speciale cinese, Hong Kong, ha aperto la strada verso una forma di democrazia limitata “one country, two systems” a partire 1997. Questo l’anno in cui la Gran Bretagna ha restituito il territorio al governo Cinese. L’isola di Hong Kong, un’area densamente popolata leggermente più piccola di Manhattan, è un’ importante via d’accesso al mercato finanziario della Cina continentale.

L’accesso finanziario alla Cina è alimentato dal settore dei servizi e dal mercato immobiliare

Il Quadro Economico

Ufficialmente una regione a statuto speciale cinese, Hong Kong, ha aperto la strada verso una forma di democrazia limitata “one country, two systems” a partire 1997. Questo l’anno in cui la Gran Bretagna ha restituito il territorio al governo Cinese. L’isola di Hong Kong, un’area densamente popolata leggermente più piccola di Manhattan, è un’ importante via d’accesso al mercato finanziario della Cina continentale. Questa stessa Cina continentale ne è di gran lunga il più importante partner commerciale: contribuisce a formare circa metà del valore totale del commercio dell’isola. Nel 2012, circa il 50% delle aziende quotate alla borsa di Hong Kong risultavano avere sede nella Cina continentale.  A questi dati, si aggiungano quelli riportati dal New York Times, secondo cui, a metà 2014,  gli interessi  “della terraferma” rappresentavano il  40% degli asset economici del sistema bancario di Hong Kong. I visitatori cinesi verso Hong Kong risultano essere  molto più numerosi  rispetto a quelli  provenienti da tutti gli altri paesi messi insieme. Il settore dei servizi costituisce più del 90% del prodotto interno lordo. L’economia della città è cresciuta del 2,3% nel 2014, da aggiungersi a quella del 2,9% del 2013.

Il settore Business Travel

Il settore del turismo è destinatario dei benefit allocati da un piano di stimolo del settore annunciato recentemente, che ha l’obiettivo di stimolare la crescita e aiutare le aziende a riprendersi  dagli effetti delle proteste pro-democrazia, e da quelle portate avanti per motivi economici, che hanno interessato Hong Kong lo scorso anno. Le misure riguardano l’esenzione dal pagamento di commissione per agenti di viaggio, hotel, ristoranti, taxi e bus; in aggiunta a questo, il piano prevede l’aumento delle spese relative alla promozione di Hong Kong come meta turistica. Il Governo prevede, poi, di costruire una terza pista per l’ Hong Kong international Airport. I lavori dovrebbero iniziare il prossimo anno e terminare nel 2023. Fonti ufficiali affermano che, nonostante le proteste del movimento di Occupy, il numero di arrivi turistici ad Hong Kong è cresciuto del 12% rispetto allo scorso anno, mentre la tourist spending è aumentata del 9%.

Opportunità

  • Le aliquote fiscali sono basse, se paragonate agli standard globali: 15% ai clienti individuali e 16.5% per le società. Il governo punta molto sulla vendita di terreni e sulle tasse derivanti dalle transazioni immobiliari; il suo fatturato, infatti, è cresciuto di pari passo con il prezzo degli immobili stessi. Stime ufficiali prevedono che il ricavo netto di Hong Kong potrà essere intorno ai 64 miliardi di dollari di Hong Kong (8.25 miliardi di dollari americani).
  • Hong Kong sta investendo miliardi di dollari in progetti infrastrutturali. Così come riportato dal New York Times, l’investimento include una spesa di circa dieci miliardi per la costruzione di un ponte lungo 50 chilometri e un tunnel per le città di Macao e Zhuhai; ad esso va aggiunto un investimento ulteriore da 6 miliardi di dollari per un nuovo insieme di teatri e punti d’incontro artistici; si sono stanziati, in secondo luogo, 9 miliardi per un collegamento ferroviario ad alta velocità verso Guangzhou – nella Cina meridionale – e un investimento da 14 milioni di dollari per l’estensione del sistema di linee metropolitane locali.
  • In secondo luogo, il Governo pianifica di spendere 34 miliardi di dollari di Hong Kong (4,4 miliardi di dollari americani per stimolare la crescita; sostegno ai business ostacolati dalle proteste di Occupy del 2014 (incluse misure per il settore turistico, descritti in precedenza); e di fornire sostegno economico alle classi medio-basse dei residenti.

Sfide

  • Hong Kong ha uno dei più importanti gap di ricchezza al mondo, questo uno dei  principali catalizzatori delle proteste di Occupy dell’ultimo anno. Il forte aumento dei prezzi sul mercato immobiliare ha reso insostenibili i costi abitativi per le classi sociali medio-basse. Per di più, il potere d’acquisto individuale è stato eroso dalla crescita del numero dei salari stagnanti e  dall’aumento dei prezzi al consumatore finale che è salito di più del 4% nel 2013.
  • Le fortune economiche di Hong Kong sono strettamente collegate a quelle di altri mercati, primariamente, come detto, a quelle del mercato cinese. Non appena la crescita cinese rallenta e l’Europa oppone resistenza, ad Hong Kong se ne sentono gli effetti. Gli esperti hanno proposto stime conservative di crescita che variano tra l’1% e il 3% per il 2015.
  • Più di un terzo della popolazione anziana di Hong Kong vive in povertà, e il loro numero è in crescita. L’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo e l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevedono che, entro il 205, il 42% della popolazione di Hong Kong avrà compiuto  65 o più anni – la percentuale pro capite più alta di tutta l’Asia -.

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