La DCC del Gruppo Lufthansa annuncia costi addizionali e ridotta produttività

Il 2 giugno il Gruppo Lufthansa (Austrian Airlines, Brussels Airlines, Lufthansa e SWISS) ha annunciato che, a partire dal primo settembre, comincerà ad applicare una “Distribution Cost Charge” (DCC) su tutte le prenotazioni effettuate attraverso «canali di distribuzione indiretti». Il costo stimato è di 16 euro: la fee interesserà i global distribution systems.

Il 2 giugno il Gruppo Lufthansa (Austrian Airlines, Brussels Airlines, Lufthansa e SWISS) ha annunciato che, a partire dal primo settembre, comincerà ad applicare una “Distribution Cost Charge” (DCC) su tutte le prenotazioni effettuate attraverso «canali di distribuzione indiretti». Il costo stimato è di 16 euro: la fee interesserà i global distribution systems.

Lufthansa non ha dato alcun tipo di preavviso ai partner di settore circa i propri progetti di introduzione del pesante addebito che graverà sul processo di prenotazione. La nuova soprattassa forza univocamente il cliente a pagare tariffe molto più alte o ad usare un processo di gestione delle prenotazioni travel altamente inefficiente.

«Stiamo energicamente esprimendo le nostre preoccupazioni a Lufthansa e il nostro gruppo di lavoro continua ad andare avanti con l’analisi dell’impatto che questa decisione avrà sia sui clienti che sull’azienda», ha dichiarato Rose Stratford, vicepresidente esecutivo di BCD Travel, Global Supplier Relations and Strategic Sourcing.

La Stratford ha sottolineato diversi punti chiave nella linea di opposizione alla nuova fee Lufthansa:

  • La sovrattassa non è nient’altro che un aumento dei prezzi per gli utenti travel.
  • La DCC mina il produttivo ecosistema di gestione dei servizi legati alle prenotazioni, sviluppato dai travel manager in stretta collaborazione con le proprie TMC e i propri partner tecnologici.
  • Il GDS è, ad oggi, ancora il canale di prenotazione più efficiente.
  • Prenotando direttamente con Lufthansa, i travel program perderanno:
    • un’esperienza di acquisto “fianco-a-fianco” che ordina e classifica voli, tariffe e opzioni di scelta del posto a bordo di molteplici vettori diversi in competizione tra loro per una data coppia di destinazione di arrivo/partenza, in parallelo a hotel, noleggi auto, treni internazionali, in moltissimi mercati e a tariffe negoziate.
    • la capacità di raccogliere e confrontare informazioni precise ed aggiornate da utilizzare per garantire al viaggiatore un’esperienza di viaggio sicura e per tracciare le spese travel e ottenere il massimo dalla somma in essa investita.
    • l’abilità di utilizzare le informazioni che riguardano il pre-partenza per monitorare e influenzare il processo di acquisto del traveler.

Molti contratti tra GDS e compagnie aeree attualmente proibiscono iniziative quali gli oneri sui costi di distribuzione di Lufthansa. In ogni caso, se Lufthansa riuscirà ad implementare questo progetto, altre compagnie aeree in Europa, America e nel resto del mondo imporranno, probabilmente, fee di questo tipo. E, a causa dell’immunità dall’antitrust della quale godono le alleanze tra vettori, le compagnie potrebbero mettersi d’accordo in blocco per azioni di questo tipo, portando ad una rapida e ampiamente diffusa adozione in tutto il settore e non lasciando alcuna alternativa ai consumatori.

L’impatto sul cliente

L’analisi preliminare di BCD Travel suggerisce che la DCC genererà circa 28 milioni di euro di fee addizionali per la totalità dei nostri clienti. Gli Online booking tools accedono agli item Lufthansa attraverso GDS, quindi la sovrattassa di 16 euro sarebbe applicabile ad ogni singola prenotazione online.

Prenotare attraverso il portale Lufthansa LH.com o attraverso qualsiasi altro sito della compagnia riduce l’efficienza degli agenti e ha un impatto significativo sulla nostra produttività rispetto alla prenotazione via GDS. Queste inefficienze alzano inevitabilmente i costi per i clienti.

«Molti nostri clienti hanno espresso preoccupazione e scontento all’annuncio di Lufthansa,» aggiunge la Stratford. «Alcuni ci hanno chiesto di prenotare, quando possibile, vettori alternativi – una scelta che è totalmente a loro discrezione, in base ai propri specifici schemi di viaggio e al mix di fornitori.»

Facciamo i conti con la fee da 16 euro

La Distribution Cost Charge è apparentemente tesa a rappresentare un costo medio a segmento su tutto il prodotto Lufthansa, ciò significa che i viaggiatori corporate dovranno sostenere l’impatto dei costi del più alto segmento di viaggiatori leisure.

Le compagnie aeree che negoziano accordi full-content di solito pagano commissioni GDS velocemente scontante. Per via del fatto che il Gruppo Lufthansa ha scelto di uscire dall’accordo full-content, la fee si baserà quindi su “tariffe a prezzo pieno” più alte del necessario, o sull’intera commissione prima che la scontistica venga applicata. Avendo Lufthansa dato assenso al rendere interamente disponibile l’intero prodotto, la fee avrebbe potuto essere sostanzialmente minore, ha notato la Stratford.

La distribuzione di prodotto è uno dei costi che comporta il fare affari in qualsiasi settore. Attraverso la DCC, Lufthansa sta provando a trasformare un centro di costo in una fonte di ricavo – prima di tutto scaricando una parte significativa del costo di distribuzione sulle spalle dell’acquirente travel. Questo non fa nulla per ridurre il costo di distribuzione: lo sposta semplicemente da Lufthansa ai clienti.

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