Bolivia, il cuore dell’America del Sud

La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita o una vacanza, ma un sogno. E va crescendo a poco a poco, costruendosi una delicata architettura… Credo sia una sorta di pellegrinaggio che ha a che vedere con il luogo a cui, per motivi misteriosi, sedimentati nei geni, sentiamo di voler appartenere.

di Anna Maspero

“La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita o una vacanza, ma un sogno. E va crescendo a poco a poco, costruendosi una delicata architettura… Credo sia una sorta di pellegrinaggio che ha a che vedere con il luogo a cui, per motivi misteriosi, sedimentati nei geni, sentiamo di voler appartenere”. Così scriveva Maruja Torres in Amor America.
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Altopiano Boliviano
Donna in cammino sull’altopiano boliviano

Il viaggio-sogno che mi porto dentro fin da adolescente è quello in America del sud lungo la via delle Ande. Forse perché è a Lima che mio nonno emigrò a fine ‘800 ed è lì che nacque mio padre. Forse perché sono diventata grande negli anni in cui questo continente è stato capace di regalarci sogni e passioni, eroi e miti. Fu però solo nel 1994, dopo gli anni difficili della guerriglia di Sendero Luminoso, che per la prima volta riuscii a trasformare il mio sogno in realtà: percorrendo la Cordigliera dal nord del Perù verso sud, scoprii la Bolivia, allora ancora quasi sconosciuta al turismo, e me ne innamorai.

La prima edizione della mia guida Bolivia fu pubblicata da Polaris nel 2004, in un periodo difficile e conflittuale per il Paese. Il 14 settembre 2003 ero a Sorata alla festa patronale per completare il mio lavoro di ricerca e documentazione. Era sera e sentivo crescere la tensione nonostante l’atmosfera di festa, così decisi di cambiare programma e lasciai in fretta e furia la mia stanza d’albergo per prendere l’ultimo autobus che uscì dalla città: la strada verso la capitale era già interrotta da profonde buche aperte con la dinamite e a mezzanotte iniziò un bloqueo interrotto solo dopo settimane dall’intervento dell’esercito per liberare chi era rimasto intrappolato a Sorata.

A La Paz ed El Alto scoppiò violentissima la protesta culminata nell’Octubre negro che portò a nuove elezioni con la storica vittoria di Evo Morales, il primo presidente indigeno, rieletto poi per due successivi mandati. Sono passati 15 anni da allora e nei miei tanti viaggi seguenti mi sono trovata di nuovo coinvolta in blocchi e proteste, anch’essi una “tradizione” ben radicata. Ombre e contraddizioni non mancano, ma molte cose sono cambiate nel Paese. Nella componente indigena maggioritaria è emerso un nuovo orgoglio di appartenenza e la democrazia, dopo una storia di decenni di violenze e colpi di stato, sembra consolidata. Ci sono stati elezioni, referendum, una nuova Costituzione e il principio del “vivir bien” per tutti, e non del vivere meglio per alcuni, è legge di stato.

La mia guida, da poco ripubblicata dall’editore Polaris nella nuova edizione completamente aggiornata nella grafica e nei contenuti, vuole offrire delle chiavi di lettura per catturare l’essenza profonda di uno dei Paesi più affascinanti dell’America Latina. Nella prima parte affronto in modo approfondito la natura, la storia, la cultura e le tradizioni del Paese; nella seconda suggerisco itinerari per orientare il lettore nella complessa e varia geografia del Paese, percorsi che possono essere modificati, collegati fra loro e personalizzati. Il tutto raccontato in prima persona nello stile che caratterizza le guide Polaris, cercando di trasmettere emozioni e impressioni.

Non mancano consigli e informazioni utili con riferimenti aggiornati ai siti presenti in rete, ma le indicazioni di ordine pratico sono volutamente ridotte perché nascono inevitabilmente già datate in un mondo in rapido cambiamento, dove è più semplice ottenere questo tipo di notizie in tempo reale sul web.

Fenicottero rosa alla Laguna Colorada
Laguna Colorada

La Bolivia è una terra cui la Pachamama ha regalato alcuni fra i paesaggi più spettacolari del pianeta, un Paese ricco di testimonianze storiche e capace di offrire un’intensa esperienza di viaggio in un contesto naturale e umano ancora integro. Grande circa tre volte e mezzo l’Italia, è fra i primi dieci Paesi al mondo con maggior biodiversità grazie a un’enorme varietà di ecosistemi: dalle distese giallo oro dell’altopiano, al blu intenso del sacro lago Titicaca incorniciato dalle vette della Cordillera Real, al bianco accecante dei salares, alle centinaia di lagune nelle cui acque popolate da fenicotteri si riflettono le cime dei vulcani. Ma ambiente e clima mutano in un breve lasso di tempo: antichi sentieri preispanici collegano l’altopiano agli yungas, precipitando dalla cordigliera alla selva tropicale, alle savane e alle regioni inondate del Pantanal, tutti luoghi dove grandi parchi proteggono un’incredibile varietà di vita animale e vegetale. Per gli amanti della storia non mancano città coloniali come Sucre e Potosí con preziose architetture barocche in stile mestizo, antiche Missioni Gesuitiche raccolte intorno alle loro chiese ancora vive e vitali, siti archeologici di primaria importanza, da Tiwanaku alla misteriosa Samaipata, tutti luoghi dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.

La stessa La Paz è una metropoli unica nella sua incredibile topografia multilivello che scende dai 4.000 m dell’altopiano, adagiata sul fondo accidentato di una spettacolare fenditura dominata dalle cime innevate dell’Illimani. A cavallo tra storia contemporanea e mito, c’è poi la “Ruta del Che” per ripercorrere i luoghi testimoni della fine di Ernesto Guevara, una proposta cui già nell’edizione del 2004 avevo per prima dedicato un intero capitolo. Se gli appassionati di trekking e alpinismo trovano in Bolivia infinite possibilità, non mancano le occasioni anche per gli amanti del folclore, con le tante feste e grandi appuntamenti come il Carnaval de Oruro, anch’esso Patrimonio immateriale dell’Umanità. Soprattutto, la Bolivia ha conservato la sua forte identità culturale e un patrimonio di tradizioni indigene fra i più ricchi dell’America del Sud, ancora non trasformato in folclore a uso turistico. E come potrebbe essere diversamente in un Paese che conta trentasei gruppi etnici originari con i Quechua e gli Aymara che rappresentano da soli oltre il 50% della popolazione? La Bolivia non è solo il cuore geografico del Sudamerica, ne rappresenta anche l’anima e le radici così profondamente legate alle proprie tradizioni.

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